Winnie The Pooh spegne 95 candeline, ma non sembra essere invecchiato neanche di un giorno. Questo compleanno però non è come tutti gli altri, perché quest’anno il nostro orsetto sarà festeggiato dalla Disney con un cortometraggio, chiamato “Winne the Pooh e l’avventura Reale” per rendere omaggio alla Regina Elisabetta II, essendo coetanea del nostro amato orsetto. In questo racconto, Winnie, assieme ai suoi amici, consegna un regalo speciale a Sua Maestà, partendo dal Bosco dei Centro Acri e arrivando direttamente al Castello di Windsor. Per questo cortometraggio l’artista Kim Raymond ha cercato di utilizzare lo stile classico del disegnatore originale di Winnie the Pooh, E.H. Shepard. Ma cosa è il regalo speciale che i simpatici animaletti fanno alla Regina? Beh, scopritelo guardando voi stessi il dolcissimo video!
Winnie, la vera storia – dalla guerra al successo
Winnie è esistito davvero, ed in realtà era femmina. Tutto cominciò durante la Prima guerra mondiale, quando Harry Colebourn, un tenente canadese originario di Winnipeg, acquistò da un cacciatore un cucciolo femmina di orso bruno, e lo chiamò proprio come la sua città natale. Winnipeg, ormai chiamata sempre Winnie diventò ben presto la mascotte della brigata e seguì il tenente fino in Gran Bretagna, dove venne affidata allo zoo di Londra, divenendone un’attrazione.
Quest’orsa era estremamente dolce, tant’è che i bambini potevano avvicinarcisi e giocare con lei, accarezzarla e perfino abbracciarla. Un bambino in particolare ci si affezionò particolarmente, e chiedeva regolarmente al padre di portarlo allo zoo per giocare con l’orsa. Questo bambino era proprio Christopher Robin Milne, che finì per chiamare il proprio orsetto di pelouche Winnie, come l’animale dello zoo.
Christopher Robin, e la relazione difficile con Winnie
Christopher Robin e il suo orsacchiotto, insieme agli altri pupazzi che possedeva, ispirarono i personaggi dei noti racconti del padre. Il primo libro per bambini, When We Were Very Young, venne pubblicato ufficialmente nel 1924. In breve tempo i racconti dell’orsetto scaldarono i cuori di milioni di lettori, diventando famosissimi in tutto il mondo e portando il suo autore sotto le luci della ribalta. Milne fin da subito dichiarò di aver preso ispirazione dal figlio, scatenando inavvertitamente il desiderio di tutti di conoscere la versione “reale” di Christopher Robin, rendendo il figlio una celebrità.
All’inizio il giovane protagonista era felice di essere al centro dei riflettori, ma questo piacere diventò ben presto insofferenza, dirigendo anche la colpa al padre per tutte queste attenzioni indesiderate, allontanandoli sempre di più. Christopher fino alla fine dei suoi giorni ebbe un rapporto contrastante con la sua controparte narrativa, e provando vero e proprio risentimento nei confronti del padre affermò: “Mi aveva tolto il nome e mi aveva lasciato con la fama vuota di essere suo figlio”.
Leggi anche… I Peanuts: 71 anni e 17.897 strisce dopo
Seguici sui social.