Elon Musk compra Twitter: quali scenari si aprono?

Elon Musk è diventato da pochi giorni il nuovo proprietario di Twitter, dopo esserne stato a lungo il principale azionista. Un’acquisizione che non è passata inosservata, ma che anzi ha scatenato centinaia di reazioni sul web, divise tra quelle di chi prevede una virata reazionaria nel clima del social network e di chi, più cautamente, attende di valutare le prossime mosse del miliardario americano. Anche perché, è risaputo, Elon Musk non è nuovo a provocazioni fini a sé stesse: solo qualche giorno dopo aver concluso l’acquisto di Twitter per 44 miliardi di dollari, ha dichiarato di voler comprare la Coca Cola per “rimetterci dentro la cocaina”.

Al di là delle boutade del CEO di Tesla, resta da capire quali intenzioni abbia in merito alla gestione del social network e perché destano tanta preoccupazione.

Tweet più liberi, meno pubblicità, nuove funzioni

I tweet pubblicati saranno modificabili per la prima volta nella storia del social network: questa, almeno, è una delle novità che Musk intende introdurre prossimamente, come preannunciato da un sondaggio proposto ai suoi follower ancor prima dell’acquisto definitivo. La possibilità di editare quanto pubblicato avrebbe durata breve, ossia non sarebbe estendibile ai tweet già inviati da giorni o addirittura mesi.

Tra i propositi del miliardario ci sarebbero anche una “pulizia” generale della piattaforma, da cui andrebbero rimossi i migliaia di bot e account artefici di truffe online, soprattutto legate alle criptovalute, e ridurre gli annunci pubblicitari, che appartengono alla sfera più prettamente commerciale di Twitter a cui, però, Elon Musk non sembra particolarmente interessato.

Il fulcro del social network, ha infatti dichiarato durante il TED2022 dello scorso aprile, è nell’essere diventato uno spazio di scambio di opinioni in grado di attrarre personalità del mondo dello spettacolo, della politica e della cultura. Uno spazio la cui libertà d’espressione attuale non risponde agli standard di Musk, che infatti ha commentato: “Se qualcuno che non ti piace può dire qualcosa che non ti piace, allora vuol dire che esiste libertà di parola”. Entro i limiti imposti dalla legge, quindi, gli utenti di Twitter dovrebbero sentirsi liberi di affermare ciò che vogliono, senza per questo rischiare il ban permanente dalla piattaforma, come accaduto all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Il concetto di libertà d’espressione su cui Elon Musk è tornato più volte è il vero punto dolente di questa acquisizione: il timore è che in virtù di questa assenza di controllo Twitter si trasformi nel paradiso dell’hate speech e delle fake news. Qualche segnale di pericolo c’è già: Joe Mulhall, direttore del gruppo britannico Hope Not Hate, impegnato nella sensibilizzazione sui temi del razzismo e dell’antifascismo, ha denunciato il ripristino recente di account in passato sospesi per posizioni anti-islamiche, neonaziste o per incitamento all’odio.

Mastodon, Truth, Reddit: i possibili competitor

Mastodon, piattaforma di microblogging molto simile a Twitter – anche nell’interfaccia grafica – è stata creata nel 2016 dal tedesco Eugen Rochko e da allora è rimasta un social network “per pochi”: ad oggi conta poco più di 4 milioni di utenti; un’inezia, se paragonati agli oltre 300 milioni del competitor di proprietà di Elon Musk. Quali sono le peculiarità di Mastodon? I messaggi, come i tweet, hanno un limite di caratteri consentiti (500, contro i 280 di Twitter) e possono includere video, immagini e file audio. Non esistono inserzioni pubblicitarie e soprattutto non c’è un server centralizzato: la piattaforma è totalmente open source. Ogni utente è libero di creare una propria “istanza”, ossia un canale, indipendente dagli altri, con regole di moderazione e temi portanti propri, e al tempo stesso può intervenire in altre istanze. Benché molti iscritti di Twitter abbiano esplicitamente dichiarato di avere intenzione di abbandonare la piattaforma di Musk in favore di Mastodon, non è ancora chiaro se l’acquisto del social da parte dell’imprenditore sancirà effettivamente il boom del social di Rochko o se quest’ultimo è destinato a restare un canale dal pubblico ridotto.

Tra l’altro, anche Mastodon ha dovuto affrontare qualche controversia, di recente: è proprio sfruttando il suo codice che Donald Trump, bandito da Twitter, ha costruito il suo social network indipendente, Truth. Un canale che nelle ultime settimane ha raggiunto il primato nei download registrati negli Stati Uniti (75.000 nei giorni successivi all’acquisizione da parte di Musk) e la cui recente impennata è stata imputata dallo stesso Musk alla “censura alla libertà di parola” operata da Twitter.

Altrettanto complesso è il rapporto con la libertà espressiva di Reddit, piattaforma di microblogging nata nel 2005 e caratterizzata da sotto-aree tematiche chiamate subreddit. Molto popolare negli Stati Uniti, dove nel 2018 contava oltre 500 milioni di utenti mensili, in Italia non ha avuto lo stesso successo, ma è balzata comunque agli onori della cronaca per le frequenti degenerazioni legate ai pochi vincoli imposte sui contenuti. Un esempio su tutti: il subreddit incel, che aveva radunato attorno a sé una comunità di 40.000 utenti autoproclamatisi “incels”, ossia uomini involontariamente celibi (da qui il termine), difensori di idee misogine. Dopo il diffondersi di violenza verbale e incitamenti allo stupro nei thread, nel 2017 il subreddit è stato chiuso, così come altri non meno pericolosi.

 

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