Il settore food, uno di quelli più importanti per l’economia italiana, sta entrando a grandi passi nella realtà del web 3.0 sia per quanto riguarda il B2B sia per il B2C. Ma cos’è il Web 3.0? Se ne è parlato per la prima volta nel 2006, era poco più di un concetto che con l’evoluzione della tecnologia digitale ha trovato la sua applicazione pratica negli ultimi anni. È sicuramente in corso una trasformazione che si basa su quattro pilastri:
- Intelligenza Artificiale
- Web semantico
- Web geospaziale
- Blockchain
Il quarto pilastro, la tecnologia blockchain, è salito alla ribalta grazie alle criptovalute, ma gli utilizzi sono tantissimi e tra questi ce ne sono molti anche utili a chi opera nel settore food.
Blockchain: garanzia di qualità per il B2B
Blockchain è una tecnologia che permette di avere un database condiviso, cioè non presente su un unico server, basato su una serie di registri che possono essere aggiornati ma che mantengono in eterno uno storico delle variazioni.
Una situazione che diventa fondamentale per la filiera produttiva. Pensiamo alla tutela del Made in Italy. Dal produttore al distributore verranno certificati, validati e ricordati tutti i passaggi. In sostanza quello che oggi è disponibile, parzialmente, solo su delle etichette sarà sempre consultabile con un semplice click.
Il consumatore sarà completamente tutela e di conseguenza lo sarà anche il produttore a fronte di falsi e frodi alimentari di vario genere. Ma gli utilizzi non si fermano qui.
Pensiamo al B2C e agli e-commerce. Con blockchain, nel giro di qualche anno, si potranno fare acquisti senza passare per nessun server e quindi sarà il consumatore a decidere quali dati lasciare quando conclude un acquisto. Si pagherà direttamente dal browser senza intermediari. Un bel passo avanti nella tutela della privacy.
NFT: novità dall’Abruzzo a New York
Degli NFT si sta parlando tanto negli ultimi mesi. È un settore in cui si stanno lanciando diversi brand. Siamo nel periodo di forte crescita e come in tutte le bolle prima o poi resteranno sul mercato solo quelli che veramente avranno saputo gestire la novità e presentarla al grande pubblico.
Non è una sorpresa che a New York sia stato annunciato il primo ristorante NFT al mondo: il Flyfish Club. Un ristorante, come si può capire dal nome, che ha nel pesce la sua portata principale. Aprirà nel 2023 ma ha già messo in vendita due livelli di NFT, ognuno con i suoi accessi esclusivi.
Per acquistare gli NFT non servono euro o dollari, ma bisogna comprare delle criptovalute, nello specifico gli Ethereum. In sostanza non è un processo semplici e alla mano, almeno per ora, ma nonostante questo in pochi giorni hanno venduto più di 1000 abbonamenti.
Se New York non è una sorpresa sicuramente lo è l’Oishi Japanese Kitchen di Teramo in Abruzzo. Il ristorante italiano magari può contare su una location meno glamour della Grande Mela, ma è un pioniere.
Ha messo in vendita degli NFT che garantiscono una serie di servizi esclusivi accessibili solo ai possessori. Benefit che non solo saranno esclusivi, ma che verranno costantemente aggiornati. Il ristorante ha aperto nel 2015 ed è già ben posizionato all’interno della Guida Michelin pur non essendo stellato.
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